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FREQUENTAZIONE DELLE GROTTE

Un Pithoi del Cronio in una nicchia interna (culto preistorico) Paleolitico - Neolitico

Abbandono grotte nel 2000 a.C.

Ripresa della frequentazione nel V sec. a.C.

Pavimentazione area indivisa dell’antro degli Animali e dell’antro di Dedalo: grande vestibolo per l’area di culto (antro di Fazello), nel II sec. a.C.

Abbandono cavità superiori, come da stratigrafia, nella seconda metà del II sec. a.C.

Creazione muro divisorio tra le due grotte, nel 370 d.C.

Attività di san Calogero tra la fine del V sec. e l'inizio del VI sec.

Trasferimento del cenobio calogeriano (dall’eremo sorto accanto alle grotte vaporose) a Dolcevalle, nel VI sec.




SPEDIZIONI SPELEOLOGICHE

Gli speleologi della Commissione Grotte 'E. Boegan' di Trieste durante la spedizione del 1962 La prima spedizione dentro il Cronio, in epoca moderna, avvenne nel 1942, in condizioni pionieristiche ed anche di pericolo. Le spedizioni realizzate dalla Commissione Grotte “E. Boegan” del CAI di Trieste (la più antica Associazione del genere in Italia che ha profuso a Sciacca soldi, tempo ed impegno) furono in tutto dieci: 1942, 1957, 1958, 1962, 1978, 1979, 1984, 1986, 1991, 1998. Gli speleologi triestini parteciparono anche ai quattro scavi archeologici (1962, 1963, 1969, 1986) realizzati nelle gallerie superiori del Cronio, cioè nell’ambiente speleo-termale chiamato comunemente “stufe”. Il termine però non è esatto, perché stufa indica un ambiente invaso da aria secca, mentre le grotte vaporose di Sciacca sono sature di umidità al 100%. Tali spedizioni speleologiche e speleo-archeologiche hanno portato ad un notevole progresso delle conoscenze relative al Cronio, anche se grossi dubbi di natura geologica restano riguardo alla circolazione del flusso vaporoso (non tutto il sistema di gallerie è conosciuto), alla localizzazione della falda termale, alla genesi delle sorgenti termali. Le ultime spedizioni, dopo il 1998, piuttosto brevi e sotto forma di indagini, sono state realizzate dalla Commissione Grotte in collaborazione con l’Associazione “La Venta”.
Le foto delle grotte sono della Commissione Grotte "E. Boegan", CAI di Trieste.

Giuseppe Verde



LO SPELEOLOGO GIULIO PEROTTI

Giulio Perotti Giulio Perotti (1919-2012) è stato lo speleologo che più di tutti ha valorizzato le grotte vaporose del monte Cronio, organizzandone dieci esplorazioni e pubblicando sull’argomento una cinquantina di scritti. A Trieste, entrò a far parte della Commissione Grotte dell’Alpina delle Giulie nel 1936 e a Sciacca era chiamato il “Comandante”, perché era stato ufficiale per cinque anni su navi militari, durante la II guerra mondiale, dopo la quale si era stabilì a Siracusa, sposandosi. La notte tra l’8 e il 9 maggio 2012, si è spenta questa persona dall’intelligenza sempre lucida, dotata di un innato senso dell’umorismo che coniugava ad un cinico atteggiamento verso la vita, caratterizzata da una grande passione che lo ha accompagnato per oltre cinquant’anni: scoprire cosa nascondeva e ancora nasconde il monte Cronio di Sciacca. Dobbiamo a lui e agli altri speleologi triestini se oggi conosciamo molte della gallerie e pozzi carsici che si sviluppano dentro il Cronio. Il 1957 fu l’anno in cui Perotti organizzò la sua prima esplorazione speleogica nel Cronio, dopo quindici anni dal tentativo pionieristico di Boegan e Medeot. A quella del 1957 seguirono altre nove spedizioni (1958, 1962, 1974, 1978, 1979, 1984, 1986, 1991, 1998) che videro sempre la sua presenza, insieme ad uno studio costante che si è concretizzato in diverse pubblicazioni ed in numerosi articoli. Collaborato dai valenti speleologi della Commissione Grotte “Eugenio Boegan” (C.A.I. di Trieste), Perotti ha elaborato conoscenze e ipotesi originali riguardo al Cronio, ma non tutto il corpus di conoscenze sul Cronio è stato, però, debitamente tenuto in conto nella nuova collaborazione che la Commissione Grotte ha intrapreso con l’Associazione “La Venta”. Nel 2008 venne realizzata un’altra esplorazione, ma Perotti ne era già fuori, anche per motivi di età e di salute. A lui e agli altri speleologi di Trieste, vivi o defunti, la città di Sciacca deve molto in termini di conoscenza del flusso vaporoso, adesso che conosciamo la topografia di uno dei più grandi e affascinanti sistemi carsici di Sicilia. Ecco un breve sunto delle spedizioni speleologiche organizzate da Giulio Perotti:

  • 1957 esplorazione di gallerie, scoperta dei vasi preistorici;
  • 1958 utilizzo di tute pompate dall’esterno con aria secca, documentazione fotografica;
  • 1962 supporto agli scavi archeologici nell’antro di Fazello;
  • 1974 collocazione di scale in ferro, lungo pozzi e gallerie;
  • 1978 esplorazione della grotta Cucchiara e scoperta di nuovo accesso al pozzo Trieste;
  • 1979 contrattempo nella esplorazione del pozzo Trieste;
  • 1984 esplorazione della grotta Cucchiara e della grotta Gallo;
  • 1986 realizzazione di un video per la Soprintendenza;
  • 1991 rilevamenti tacheometrici relativi alle grotte (planimetria e della altimetria);
  • 1998 seconda esplorazione del pozzo Trieste.
Sono circa quaranta gli scritti di Perotti dedicati al monte Cronio, sicuramente rintracciabili presso la Commissione Grotte “E. Boegan” di Trieste e schedati (fino al 2001) da Pino Guidi e Giuseppe Verde nel loro saggio bibliografico: Il fenomeno carsico del monte Cronio (Sciacca), Trieste 2001. Parte di questi lavori si trovano anche presso la Biblioteca Comunale di Sciacca.
Le foto delle grotte sono della Commissione Grotte "E. Boegan", CAI di Trieste.

Giuseppe Verde